Nel linguaggio del web è da un po' di tempo prepotentemente entrato il termine "blog", contrazione di web log.
Intendiamoci, il fenomeno dei blog è nato parecchi anni fa, e come sempre accade in materia di internet, dagli Stati Uniti è stato esportato nel resto del mondo.
Ma da noi, in questi ultimi anni, il fenomeno ha visto un'autentica esplosione, sia per quanto riguarda i blog "personali", che per medie e grosse aziende.
Una caratteristica comune a quasi tutti i blog è l'alto livello di interattività concesso ai lettori, che quasi sempre possono commentare le notizie pubblicate scambiando opinioni con l'autore e con gli altri lettori, e dove possono essi stessi inviare storie che vengono istantaneamente pubblicate online, ferma restando per il "proprietario" del blog la possibilità di moderare il tutto.
Ma cos'è un blog?
Facili da creare, semplici da usare, adatti a molteplici attività: c'è chi li usa come portali di classe, archivi delle attività didattiche, spazi di scrittura collaborativa o portfolio degli studenti. Sono i weblog, o blog, e negli Stati Uniti hanno fatto il loro ingresso nel mondo dell'istruzione in maniera davvero trionfale, riscuotendo un successo senza precedenti tra i docenti e attirando l'attenzione di media autorevoli come il New York Times.
Un blog è un sito personale, a cavallo tra un diario, un articolo di commento e una rassegna stampa, aggiornato quotidianamente o quasi. Come tutte le versioni di rassegne stampa sul web, ha il vantaggio di consentire l'accesso immediato, tramite un clic, al testo originale passato in rassegna, articolo di giornale o di sito web, o pagina di qualsiasi genere. L'autore del weblog è insieme lettore ed editore. Lettore delle cose che vengono pubblicate in rete, che poi seleziona, raccoglie e commenta come editore del suo blog.